
Per essere Felici è necessario andare al di là della comune concezione di Bene e Male e comprendere che sono due facce della stessa medaglia. Questo principio è applicabile a tutti gli aspetti della vita che apparentemente sembrano contrapposti. La Felicità è uno stato di coscienza interno e non dipende da fattori esterni.
“Bene e male. Notte giorno. Bello e brutto. Bianco o nero. Grasso e magro. Buono o cattivo. Destra o sinistra. Juventus o Milan….Medicina Olistica o Medicina Allopatica……”
Di cosa stiamo parlando? Stiamo parlando del meccanismo con cui l’Uomo fa esperienza della realtà: il DUALISMO ! Si tratta della caratteristica della nostra specie di interpretare la realtà attraverso DUE canali principali, ovvero il Positivo e il Negativo. Se ci pensiamo bene, abbiamo costruito il nostro intero sistema di vita su questa logica! Gli interruttori della luce (acceso/spento), i poli delle batterie (positivo/negativo), porte e cancelli (aperto/chiuso), gli esiti degli esami clinici (positivo/negativo) o degli esami scolatici (promosso/bocciato) e perfino i computer (la cui incredibile tecnologia si fonda tutta sul semplice codice binario 0 – 1). A quanto pare, abbiamo proiettato il nostro inconscio sulla realtà che ci circonda.
E quest cosa significa? Significa che , fondamentalmente, la nostra esistenza è caratterizzata da una profonda scissione interna che ci costringe sempre a dover prendere una posizione netta tra un estremo o un altro e, dato che in questa sede ci occupiamo di benessere, la domanda più spontanea che dovremmo farci è: come impatta tutto questo sul nostro equilibrio?
Il quesito, spero, non necessita di una risposta!
Chi ha la passione per lo studio, la lettura e la ricerca e si mette a studiare testi di filosofia e religione, scopre che le culture antiche e contemporanee, nell’affrontare la questione della sfera interiore e spirituale, arrivano tutte inesorabilmente alla stessa conclusione: risolvere il dilemma del dualismo spiana la strada verso i trasognanti lidi della pace e dell’equilibrio !
Ma perché noi Umani siamo fatti così? La risposta è tanto semplice quanto disarmante: perché siamo esseri “LIMITATI” (per ora usiamo questo termine). Siamo “limitati” perché non siamo in grado di cogliere DIRETTAMENTE la natura vera delle cose, e abbiamo bisogno di sperimentare l’opposto di una situazione per comprenderla. Per essere più chiari: non apprezziamo quanto stiamo bene fino a che non stiamo male (o viceversa) , ci rendiamo conto di quanto ci manca una persona solo quando questa non c’è o viene improvvisamente a mancare (da qui il terribile dolore che proviamo alla morte di un nostro caro) , non riusciamo ad apprezzare la Libertà che possediamo fintanto che essa non ci viene limitata (vedi la recente esperienza del Lockdown). Se ci pensiamo bene, è proprio così che funziona la nostra vita, ed è proprio questo che ci fa sta male.
Esatto! Sembrerebbe che la causa della sofferenza umana sia proprio la sua stessa natura, il suo stesso modo di vedere la realtà, la sua stessa chiave interpretativa delle cose. E’ paradossale , perché è un po’ come dire che se a una persona bruciano gli occhi mentre guarda un oggetto, la causa del bruciore sono gli occhi stessi e non l’oggetto in sé: per vedere meglio, bisognerebbe poter fare a meno degli occhi! L’esempio può sembrare assurdo, eppure probabilmente il segreto della vita è proprio questo: abbandonare la visione dualistica e polarizzata della realtà per abbracciarne la Totalità, fare a meno degli occhi per vedere le cose con un altra modalità percettiva.
E’ un bel dilemma!
Come uscirne?
Una riposta c’è:
BASTA SOSPENDERE IL GIUDIZIO!
Facile? Sì !! Semplice da attuare? No!! Forse….
Parliamone.
La questione, da un punto di vista strettamente intellettuale, si risolve brevemente: quello che ci fa soffrire, per fortuna, non è la nostra visione dualistica, non è la nostra stessa natura , bensì il GIUDIZIO che noi diamo agli eventi, ovvero la nostra tendenza a definire tutto come GIUSTO o SBAGLIATO. E’ giusto quando tutto va bene dal nostro punto di vista ed è sbagliato quando le cose non vanno come desidereremmo. Se riuscissimo a superare questa concezione, diciamolo pure, infantile di percepire le cose, ecco che inizieremmo a intravvedere negli eventi una specie di logica causa-effetto che va oltre l’esistenza del singolo individuo, un fil-rouge che ci lega al Tutto e di cui noi con tutta probabilità siamo solo un piccolo ingranaggio. Bisognerebbe riuscire a sviluppare una visione d’insieme, andando oltre la nostra soggettività e smettendo di dare, per l’appunto, un giudizio personale sulla realtà.
Ma perché è così difficile fare questo “salto”? Dal mio personale punto di vista, molto semplicemente perché non ci viene insegnato! Ci insegnano invece la competizione, il principio del tutti-conto-tutti, la demarcazione delle differenze e dei difetti, e quindi l’esasperazione della dualità e della polarità. Tutto è diviso, si lotta contro qualsiasi cosa, e la realtà sembra solo un brulicare di forze prive di Amore che si battono per la sopravvivenza. Difficile per l’essere umano non farsi condizionare e svincolarsi da questa visione perversa delle cose, soprattutto se essa è propagandata fin dalla nostra nascita come unica Verità possibile. Probabilmente questo fa comodo a chi detiene il potere, e mi vien da pensare che in un certo modo sia sempre andata così.
Siamo il centro del NOSTRO mondo , ma non siamo il centro DEL mondo. Esattamente il contrario di quello che ci fanno credere, illudendoci.
Abbiamo detto che questa nostra condizione ci causa dolore. La prima cosa da fare per trascendere il giudizio è quello di non considerare il dolore come un’esperienza NEGATIVA, ma piuttosto come un MESSAGGIO, un campanello di allarme che ci invita a prendere coscienza di una disarmonia nella nostra vita! Attenzione: parliamo di disarmonia, non come un qualcosa di sbagliato, ma come un qualcosa che sentiamo non scorrere fluidamente e in maniera normale, come se fosse una forzatura. Questo non è un giudizio, è una SENSAZIONE , ovvero qualcosa che viene dal Cuore e non dalla mente.
Parlo di sensazioni, di EMOZIONI, proprio perché è con questi strumenti che si riescono a superare le barriere del quotidiano. Le emozioni sono un vero e proprio linguaggio non-verbale, hanno un tempo di risposta agli stimoli molto più rapido del pensiero, e sgorgano dalla parte più vera e spontanea di noi stessi ovvero dal nostro inconscio, dal nostro spirito o dalla nostra anima. Ognuno può definire come vuole quell’ aspetto più genuino e più profondo di noi stessi. Nella società contemporanea deleghiamo tutto alla ragione, ma se si vogliono affrontare problematiche di tipo “spirituale” o “esistenziale”, l’intelletto non è sufficiente e bisogna affidarsi a uno strumento d’indagine più intuitivo, come appunto il sentire interiore o, per dirla più semplicemente, l’ ISTINTO.
E’ solo con l’istinto, con il nostro lato femminile, con la nostra mente intuitiva che riusciamo ad afferrare il concetto fondamentale che BENE e MALE non sono che due facce della stessa medaglia! La mente razionale, giudicante, non riesce a farlo. Il principio è magistralmente sintetizzato in Oriente nel simbolo dello Yin e dello Yang. Lo Yin è la dimensione notturna, sottile, evanescente, femminile, lo Yang è quella del giorno, penetrante, calda e maschile. Queste due energie sono apparentemente opposte, ma in realtà si compenetrano a vicenda e l’una genera l’altra, come la notte nasce dal tramonto del giorno e il giorno dall’alba alla fine della notte. Tutta la Natura (Uomo compreso) segue questa Legge assoluta, ed è la conoscenza di questa legge che permette ad un Operatore Shiatsu di intervenire efficacemente con i propri trattamenti, cercando di mettere equilibrio tra le varie forze che si contrappongono all’interno di noi stessi.
E’ necessario capire o meglio SENTIRE che questo è vero e regola tutta la manifestazione del Creato per “fare un passo in avanti” per il raggiungimento di un maggior benessere complessivo se non addirittura la FELICITA’ !
La Felicità! Tutti vogliamo la Felicità. Ma sappiamo veramente cosa vuol dire essere felici? E’ possedere una bella auto, la casa dei propri sogni, un lavoro di prestigio, la donna/uomo dei propri sogni? Oppure è l’essere apprezzati per quello che si fa, essere amati, compiere azioni buone ed riconosciuti per il proprio valore? Temo che non siano né l’una né l’altra cosa! Molto semplicemente perché in entrambi i casi la nostra Felicità è CONDIZIONATA da un qualche fattore che è esterno, come l’oggetto che fa capire agli altri che siamo persone di successo (nel primo caso) o la considerazione che gli altri hanno di noi (nel secondo caso). La Felicità è qualcosa che va ben oltre questi livelli, è uno stato dell’ essere che non è determinato da qualcosa che è fuori da noi. Anzi: a ben vedere, non dovremmo nemmeno parlare di un “fuori”, perché se stiamo parlando di superare la polarità e il dualismo, si intuisce che non esiste un “dentro” e un “fuori”, bensì solo un TUTTO.
Il TUTTO che sta “fuori” probabilmente non è altro la proiezione di noi stessi e di quello che siamo “dentro”. NOI siamo TUTTO !
Percepire questa sottile verità, è una conquista incommensurabile sulla via della Felicità e del benessere! Se quello che vediamo non è altro che una proiezione di noi stessi , allora vuol dire che il comprenderlo ci da pieno potere sulla nostra vita, e pieno controllo sulla “nostra realtà”. La malattia non è più una malattia ma un messaggio, il dolore uno strumento di apprendimento, il nostro nemico una parte di noi che non abbiamo compreso e accolto, le coincidenze no sono casuali mi si tratta di eventi creativi della nostra Coscienza, e la nostra sola intenzione costruisce la realtà che volgiamo. Tutto il Creato si manifesta affinché noi possiamo imparare da esso e goderne per evolvere sul piano spirituale. Noi stessi siamo il Creato e , forse, siamo anche Dio che cerca di imparare da sé stesso per prendere piena consapevolezza di sé!
Questo è il vero significato di Yoga, ovvero l’ Unione degli opposti in una cosa sola, il Matrimonio Mistico che travalica i confini della dimensione umana “limitata” per approdare alle sponde della dimensione “illuminata”, la trasformazione della materia in spirito e dello spirito in materia e la chiusura del cerchio dello Yin e dello Yang.
Bene!
E dopo questo bel delirio trascendentale, in concreto, quali conclusioni possiamo trarre?
Per esperienza diretta so che quello che ho detto sopra è vero, e lo Shiatsu è stato un modo per me di sperimentare la CONCRETEZZA di questa visione della realtà e di assaporarne i benefici. Non si tratta di abbandonarsi al misticismo degli eremiti e dei monaci e rinunciare alle cose materiali, anzi: si tratta di godere appieno della vita e di tutto quello che essa ha da offrire, compresa la ricchezza e l’abbondanza, ma con la piena consapevolezza che la propria felicità non dipende da questo, bensì dalla propria capacità di trasformare la realtà circostante e la percezione he abbiamo di essa. Non sono necessari grandi cambiamenti radicali nella propria vita (a meno che non sia nelle nostre intenzioni farlo), ma dobbiamo modificare il modo che abbiamo di approcciarci ad essa, ovvero non come una serie di eventi che si srotolano a caso, come ostacoli contro cui lottare per sopravvivere o di prede da conquistare, ma come una cascata di opportunità per imparare qualcosa e che , in un certo modo, abbiamo creato noi stessi.
Nulla cambia realmente. Solo la nostra consapevolezza.
Come recita un famoso proverbio zen:
“Prima dell’illuminazione taglia le legna e porta l’acqua. Dopo l’illuminazione taglia la legna e porta l’acqua”